“Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.” A.Baricco, oceano mare.


Cagliari, Sardegna, Italia.

Per uno stop al lavoro forzato, sono riuscita a organizzare una fuga veloce in uno dei miei posti de cuore. Stamattina sono uscita prestissimo per andare a vedere l’alba e poi mi sono fermata a bere il primo caffè della giornata. Tutto rigorosamente in riva al mare.

Scene già vissute a settembre, e poi l’anno precedente, e poi forse qualche altra volta che ora non ricordo, indietro così fino alla prima volta in cui ho scoperto questo lungomare nel dicembre 2018.

Come è facile intuire, mi piace tornare. Mi piace rivedere lo stesso posto più volte, mi piace portarci chi amo, mi piace arrivare e sentirmi a casa. Mi piace quando i turisti mi fermano per chiedere informazioni e io so rispondere, anche con una certa dovizia di particolari. 

Davanti al mio caffè vista mare, stavo anche pensando che ci sono anche tanti posti nuovi da visitare, che potrebbero farmi innamorare allo stesso modo, e forse anche di più. 

Non so, credo che sia qualcosa che ha a che fare con il conoscere (tralasciando questioni economiche o di tempo, che a volte impediscono viaggi più lunghi o dispendiosi). Con una certa intimità. Con l’abbandonare la superficie per scendere in profondità. 

Claudio Magris ha sintetizzato tutto questo molto bene in poche parole:

 Per vedere un luogo occorre rivederlo. Il noto e il familiare, continuamente riscoperti e arricchiti, sono la premessa dell'incontro, della seduzione e dell'avventura; la ventesima o centesima volta in cui si parla con un amico o si fa all'amore con una persona amata sono infinitamente più intense della prima. Ciò vale pure per i luoghi; il viaggio più affascinante è un ritorno, come l'odissea [...]”

(Claudio Magris, L'infinito viaggiare)


Ecco. È tutto così intenso. Anche un caffè nello stesso chiosco dello scorso settembre, o di cinque anni fa. 

Quel caffè che è un pretesto per tornare. 




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